Vicini i lavori per il Palazzo ex Pompetti: l’assemblea condominiale ha scelto l’impresa Falone

Sta per concludersi il complesso iter burocratico per ristrutturare e restaurare, su progetto della Promedia, l’antico edificio dei primi del ‘900 di piazza Martiri: serviranno 10 milioni di euro. Manca solo il decreto dell’Usr

TERAMO – Dovrebbero partire a breve i lavori per la ristrutturazione dello storico Palazzo Pompetti, tra piazza Martiri della Libertà e via Costantini, che sovrasta i caratteristici ‘portici di Fumo’. L’assemblea di condominio che si è tenuta oggi nello studio La Meta srl dell’amministratore Antonello Lanzillotto,, composta al 51% dalla proprietà di privati e dal 49% dal Comune, ha infatti deliberato di affidare l’incarico all’impresa Falone costruzioni di Teramo.

Adesso manca solo il rilascio del decreto da parte dell’Ufficio speciale della ricostruzione Abruzzo guidato dal direttore Vincenzo Rivera, che pare sia imminente. Il cantiere partirà subito dopo, per fare in modo che i lavori si concludano entro il 2025. Non sarà un lavoro facile, perché oltre al pregio del palazzo, vincolato dal tutela della Soprintendenza, l’intervento dovrà essere eseguito con le attività commerciali in esercizio e aperte al pubblico, limitando al massimo l’impatto del cantiere.

Il progetto di ricostruzione è stato redatto dallo studio di ingegneria teramano Promedia Srl, guidato dall’ingegner Raffaele Di Gialluca, che si occuperà anche della direzione dei lavori. L’immobile di stile neoclassico edificato nel 1902 dalla storica famiglia teramana Costantini-Pompetti, sarà interessato da complessi e consistenti lavori di riparazione dei danni da sisma e di restauro. Il palazzo è caratterizzato da importanti affreschi sulle volte e sulle pareti, da facciate con elementi di pregio sulle tre vie principali (piazza Martiri della Libertà, corso San Giorgio e via Andrea Costantini), i caratteristici portici, le scalinate e i piani nobili con archi e finestre con timpani curvi e triangolari, elementi architettonici che hanno portato l’edificio all’alta sorveglianza da parte della Soprintendenza per i Beni Culturali.

E’ insomma un palazzo cruciale nell’architettura e nell’urbanistica cittadina, il cui recupero è auspicato da tempo, dopo che il sisma aveva costretto al trasloco non solo famiglie e attività ai piani superiori ma anche gli uffici del Comune, oggi ospitati al Parco della Scienza. E’ stato anche per questo che l’iter è stato seguito da vicino dal sindaco Gianguido D’Alberto, che oltre a rappresentare il 49% della proprietà dell’immobile, si è impegnato in prima persona per sollecitare e risolvere le numerose criticità sorte nel lungo percorso burocratico.